Sicuramente nuove opportunità ed etica umana
La sostenibilità ambientale, sociale e di governance è l’argomento dove la convergenza tra etica, economia e tecnologia potrebbe dare i risultati più inaspettati. Perché è ora così attrattivo per le aziende? È la parola più ricercata dai C-level prima ancora della bistrattata ‘trasformazione digitale‘.
Dove si nascondono le opportunità in un concetto prevalentemente etico? Eppure, già molto prima si parlava delle 3P (Triple Bottom line reporting con persone, pianeta, profitti) e l’interesse era latente: ma ora ogni tipo di investimento deve essere responsabile e sostenibile.
Il perché è dedotto dal fatto che secondo i principi ESG (Environmental, Social, and Governance) le aziende hanno più probabilità di successo e crescita e di essere durature nel tempo se nel network composto di dipendenti, clienti, fornitori, istituzioni e ambiente, creano valore per tutti i soggetti interessati. Ma..in che modo? Ricordo che ognuno aveva la sua parte e bastava ‘strappare lungo i bordi’(cit. Zerocalcare)…almeno cosi pensavo…dov’è l’enorme opportunità?
Il significato di cambiare il paradigma
Cambiare il paradigma, leggo, significa che le aziende che ora hanno lo scopo di creare un impatto ambientale e sociale positivo possano contribuire al bene più grande. In questo modo l’azienda riesce a rimodellare il vantaggio competitivo perché è più vicina e collegata via network all’ambiente e alle persone che ne fanno parte. Quindi l’azienda si adatta più velocemente ai cambiamenti o li precede e si creano opportunità di espansione verso nuovi mercati.
La velocità di adattarsi e l’abitudine al cambiamento è quindi connessa alle variabili esogene
all’azienda. Chi le conosce e le comunica è classificata come ‘pronta’ per le nuove sfide e in armonia con l’eco-sistema.
Quindi sia incentivi governativi, scarsità risorse e oscillazione prezzi hanno una correlazione diretta con l’ecosistema intorno al sistema impresa. Eppure, emissioni di carbonio, sicurezza, salute, diversità, inclusione o etica non sono certi temi nuovi. Forse sono stati sempre relegati in silos e non correlati tra loro per diventare parte di una cultura comune.
Ora organismi internazionali o movimenti come WEF ( World Economic Forum), TFCD (Task Force on Climate Related Financial Disclosures) , ESG (Environmental, social, and governance), GRI (Global Reporting Initiative), VBA (Value Balancing Alliance), D&I (Diversity, Equity, Inclusion), SRI (Socially Responsible Investor) riescono a catalizzare l’attenzione delle aziende.
Ripensare il proprio business in ottica di principi etici
La differenza è che ora ci si rende conto che ‘ripensare il proprio business’ in ottica di principi etici apre nuove opportunità e nuovi mercati. È quindi reale per ogni impresa collegare a tali principi la propria strategia di comunicazione e creazione di valore , ed è un dato di fatto che la comunità degli investitori è sempre più focalizzata sulla performance sociale e ambientale delle aziende.
Se da un lato un prodotto o servizio ‘sostenibile’ può comportare costi più elevati, il mercato risponde con un maggiore valore percepito e la possibilità di assorbire prezzi più elevati. Più il valore percepito è alto, più il mercato diventa ampio. L’altra faccia della medaglia è che i costi di decarbonizzazione possono anche generare risparmi annuali sui consumi energetici e tali riduzioni, secondo un modello ‘circolare’, possono poi aiutare sia finanziare i costi di eliminazione della totalità di altri effetti inquinanti sia ad aumentare investimenti in ricerca e sviluppo di prodotto. E ora i costi di decarbonizzazione sono ben visti dagli investitori e dalle istituzioni a cui si accede per ottenere il capitale e risparmio su costi operativi.
I fornitori con indicatori in tale senso saranno parte di un nuovo network per garantire forniture affidabili e ‘carbon free’ per le materie prime e per ridurre non solo i rischi ambientali, ma assicurare la certezza della produzione di semilavorati o finiti. Tali fornitori avranno vie preferenziali nel network globale anche per la gestione dei trasporti. E anche gli intermediari possono fare la loro parte e incentivare finanziariamente attraverso accesso al credito o condizioni migliori a chi si muove su mercati meno serviti o finanziare operazioni più complesse per raggiungere zone meno accessibili.
Per aprire nuovi mercati o per influenzare quelli esistenti i primi che si muovono stanno anche adottando sistemi che possono calcolare gli effetti ESG sul proprio brand, sulle risorse, sui capitali, sull’ambiente e sullo scopo finale, il bene superiore e ideale. Questo è il motivo per sviluppare anche, attraverso i software che puntano ad un nuovo reporting ,una strategia di sostenibilità strettamente connessa a tale scopo. Sono spesso iniziative che ora attraggono il capitale degli investitori anche sotto forma di espansione azionaria. Ed è questo l’intento del nuovo reporting che misura la performance non finanziaria dal momento gli investitori premiano specifici tali indicatori.
Integrated Thinking e Integrated Reporting
Il ‘pensiero integrato’ e l’integrated reporting vanno ad incastrarsi in questa nuova concezione di adozione della sostenibilità aziendale e di valore aziendale. Il Reporting Integrato è il processo basato sull’integrated thinking, atto a comunicare come un’organizzazione crea valore nel tempo, partendo da analisi di materialità diretta e indiretta, per mettere in luce come le decisioni vengono influenzate.
Organismi importanti come l’Organismo Italiano di Business Reporting (OIBR), Network Italiano Business Reporting (NIBR), International Integrated Reporting Council (IIRC), Global Reporting Initiative (GRI), Sustainability Accounting Standards Board (SASB) , World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) pongono l’accento proprio su come una nuova concezione di indicatori e reporting debba valorizzare i fattori chiave della competitività aziendale.
Infatti, secondo l’ Framework, il successo di qualsiasi organizzazione dipende da diversi tipi di capitale o risorse, interni ed esterni, a disposizione della stessa. In particolare, l’ Framework si riferisce a sei capitali: finanziario, materiale/tangibile, intellettuale, umano, sociale e relazionale e naturale.
Il tassello mancante è la tecnologia: driver di tutte le azioni
Le modalità di rilevazioni della carbon footprint iniziano a diffondersi su materie prime, energia, emissioni dirette e outbound /trasporti , fattori che occorre monitorare attraverso la sensoristica o le banche dati per avere i primi KPI di conformance. Sulla Carbon Footprint i fornitori che metteranno a disposizione più dati e i software che ne facilitano la rilevazione avranno il loro spazio di opportunità. La tecnologia che ruolo ha? Abilita e aumenta sia le possibilità che le capacità a servizio del mondo reale.
La conclusione e la riflessione finale è quella di un ottimo auspicio, forse tardivo, ma è pur sempre un auspicio che i tempi siano maturi perché la convergenza tra etica, economia e tecnologia possa dare i risultati più inaspettati.